Il Sangue dei nostri figli: Una prospettiva archetipica sulla guarigione delle ferite inflitte dalla guerra

$25.00

Si tratta della terza presentazione che fa parte della Serie di Programmi Pubblici proposti da Assisi Foundation, incentrata sul tema programmatico dei Crimini contro l’Umanità.

Presentato dal dottor Michael Conforti, Analista junghiano e Fondatore/Direttore dell’Assisi Institute

Description

Il Sangue dei nostri figli: Una prospettiva archetipica sulla guarigione delle ferite inflitte dalla guerra

Presentato dal dottor Michael Conforti,
Analista junghiano e Fondatore/Direttore dell’Assisi Institute

Seguirà il commento dell’ospite speciale, la dott.ssa Magda di Renzo,
Analista junghiana, Psicologa e Psicoterapeuta dello Sviluppo Infantile

Informazioni sulla conferenza

Si tratta della terza presentazione che fa parte della Serie di Programmi Pubblici proposti da Assisi Foundation, incentrata sul tema programmatico dei Crimini contro l’Umanità.

In un periodo in cui la psiche personale e collettiva sembra desiderare un cambiamento radicale di prospettiva e di approccio, ci auguriamo che iniziative come questa possano aiutare la nostra comunità globale ad affrontare, comprendere e rispondere a questi tempi inquietanti e turbolenti in modo più profondo, trasformativo e curativo.

La serie si propone di:

  • Raggiungere un ampio pubblico, a livello globale, per parlare dei problemi reali e collettivi che dobbiamo affrontare nel mondo;
  • Sensibilizzare e finanziare la portata globale del lavoro di Assisi Foundation sugli archetipi e la psiche oggettiva.
  • Offrire una comprensione del senso, del significato e dello scopo degli schemi archetipici che si celano dietro ai titoli dei giornali.

Descrizione della lezione

Sin dall’antichità i bambini evocano il nostro amore più grande e la nostra tenerezza. Ogni nuova nascita parla al nostro futuro, assicurandoci la continuità’ della vita. Ci rallegriamo della gioia dei loro sorrisi e del loro assoluto stupore davanti alle cose più semplici della vita, perché “sono consapevoli” che la loro presenza assicura il nostro posto nel mondo.
È proprio questo che ha portato l’umanità a considerare erroneamente i bambini come una degna offerta a Dio in cambio della sua benedizione. La nascita del bambino sacro – sia esso Gesù, Zeus o uno qualsiasi degli eroi mitici – parla dell’emergere di un nuovo ordine. Temendo la fine del loro regno di potere, i guardiani del vecchio ordine cercano di eliminare questa nuova vita.

Che rappresentino il redentore, il bambino sacro, la vittima sacrificale o un ambito oggetto sessuale, i bambini si trovano nell’epicentro delle emozioni più forti dell’umanità. Uccidere i bambini è sempre stato un atto “Contra Naturam” – contro natura. Mentre Abramo si preparava a conficcare il coltello nel petto del figlio, gli angeli lo fermarono, piangendo e supplicando Abramo, Dio – o forse anche un’umanità futura – di comprendere che nessuno può mai togliere la vita a un bambino.

La guerra, o qualsiasi altra cosa, può mai giustificare il bersaglio e l’uccisione di bambini? Gran parte della vita e del futuro di un bambino rimane sospesa e paralizzata dagli assalti della guerra. I loro corpi lacerati e frantumati rispecchiano le loro anime ferite e fratturate, che potrebbero non emergere mai più per vivere una vita che gli altri danno per scontata. Il loro mondo di paura e terrore li tiene imprigionati; forse non oseranno mai più guardare fuori. In questo mondo fatto di attimi congelati, i bambini potrebbero trovare di nuovo il calore di cui hanno disperatamente bisogno per potersi fidare e accogliere nuovamente l’anima nella loro vita.

Nella sua autobiografia, Elie Wiesel scrive: “Riuscirò mai… ad acquisire l’immaginazione necessaria per descrivere ciò che accade nel cuore di un padre che, mosso da un improvviso impulso di folle speranza, porge il proprio figlio neonato a un passante sconosciuto, pregando che quest’ultimo gesto paterno possa salvargli la vita? O sarò in grado di descrivere una madre che, alle soglie di una follia silenziosa, getta il suo bambino fuori dal carro bestiame, sperando che un contadino misericordioso lo prenda e lo tenga con sé? Riuscirò mai a leggere nel suo dolore il significato del suo gesto?”. (pag. 150)

Avendo appreso da Jung e dai pionieri che hanno studiato il dominio dell’archetipo e le conseguenze nefaste delle irruzioni da questo inconscio oscuro, dobbiamo chiederci: “Che cosa possiamo fare, ammesso che vi sia qualcosa, per riportare un po’ di senso o anche solo una briciola di gioia nella vita del bambino?”.

È possibile aiutare i bambini colpiti dalla guerra ad affrontare il terrore e la disperazione di innumerevoli ieri e oggi? Possiamo trovare un modo per far loro cogliere anche il più flebile barlume di speranza per il domani? Questa non solo rappresenta la nostra sfida più grande: è una necessità assoluta per garantire il nostro futuro.

La conferenza di oggi si propone di:

  • Esaminare il trauma del conflitto bellico nei bambini da una prospettiva archetipica.
  • Esaminare cosa è possibile – e cosa potrebbe non esserlo- nel processo di guarigione dei bambini colpiti dalla guerra.
  • Esplorare l’esperienza inconscia dei bambini che vivono l’orrore della guerra.
  • Analizzare come i simboli universali, le fantasie e la negazione funzionano nella psiche dei bambini colpiti dalla guerra.
  • Discutere la possibilità e i metodi per stabilire una relazione terapeutica di fiducia con i bambini vittime di crimini di guerra o che soffrono traumi di guerra.
  • Esaminare le motivazioni e le conseguenze inconsce e archetipiche che spiegano perché i bambini diventano un target nelle guerre.

La presentazione del dottor Conforti sarà seguita dal commento di un’ospite speciale, la dottoressa Magda di Renzo. Con oltre 40 anni di pratica clinica come Analista infantile junghiana, la dottoressa di Renzo ha una capacità unica di penetrare e comprendere il trauma e il terrore dei bambini. Esplora i meandri dove è possibile trovare ultimo barlume di speranza e offre un mezzo per contribuire alla guarigione della loro psiche.

 

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